Sanatoria 2009: procedure per la regolarizzazione di colf e badanti
Dopo la vergogna di aver trasformato in reato l’immigrazione clandestina, il governo si è reso conto dello sconquasso e delle difficoltà che questa norma assurda avrebbe causato alle famiglie italiane che da un lato hanno necessità assoluta di colf e badanti e dall’altro vengono messe nell’impossibilità di assumerle regolarmente.
Finalmente il governo ha capito che non restava altra strada che quella di una sanatoria per regolarizzare colf e badanti che offrono la loro indispensabile opera alle famiglie italiane.
[ad#in-pagina]
Riportiamo qui sotto la procedura da seguire per regolarizzare colf e badanti in modo che possano ottenere il permesso di soggiorno per lavoro.
Per mettere in regola le colf o le badanti irregolari sarà necessario pagare 500 euro. La sanatoria sulla regolarizzazione di colf e badanti approvata dal governo entra in vigore fra discussioni e polemiche. Per la procedura di regolarizzazione bisogna presentare la dichiarazione di emersione fra il primo e il 30 settembre 2009 all’Inps per il lavoratore italiano e per il cittadino Ue o allo sportello unico per l’immigrazione per il lavoratore extracomunitario.
Chi falsifica queste dichiarazioni di emersione rischia fino a 6 anni di carcere. Sono anche stati fissati limiti minimi di reddito per il datore di lavoro che vuole regolarizzare il lavoratore in nero. Ogni nucleo familiare, inoltre, potrà regolarizzare al massimo 3 lavoratori extra Ue: una colf per il lavoro domestico di sostegno al bisogno familiare e 2 badanti per le attività di assistenza a persone affette da patologie o handicap che ne limitano l’autosufficienza.
La domanda per la sanatoria di colf e badanti può essere presentata da un datore di lavoro italiano o cittadino di un Paese dell’Unione europea o extracomunitario (se in possesso di titolo di soggiorno), che al 30 giugno 2009 impiegava irregolarmente alle proprie dipendenze da almeno 3 mesi lavoratori italiani o cittadini di un Paese Ue o lavoratori extracomunitari presenti in Italia. I lavoratori devono essere impiegati come colf o badanti.
La dichiarazione deve essere presentata, con modalità informatiche, allo sportello unico per l’immigrazione per i lavoratori extra Ue deve contenere i dati identificativi del datore di lavoro, compresi i dati relativi al titolo di soggiorno, se il datore di lavoro è extracomunitario, le generalità e la nazionalità del lavoratore, gli estremi del passaporto o di un altro documento ugualmente valido per l’espatrio.
Il datore di lavoro dovrà poi indicare tipologia e modalità di impiego e allegare l’attestazione dell’occupazione del lavoratore per il periodo previsto dalla sanatoria, la dichiarazione della retribuzione convenuta (non inferiore a quella prevista dal contratto collettivo nazionale di lavoro) e, in caso di lavoro domestico, l’orario lavorativo a tempo pieno o a tempo parziale non inferiore a 20 ore settimanali, e, infine, la proposta di contratto di soggiorno, gli estremi della ricevuta di pagamento del contributo forfetario.
Non potranno effettuare la procedura di emersione i lavoratori extracomunitari destinatari già di un provvedimento di espulsione o quando lo straniero sia segnalato ai fini della non ammissione in Italia in base ad accordi o convenzioni internazionali e, infine, gli extracomunitari che risultino condannati anche con sentenza non definitiva.
Le procedure per la regolarizzazione entrano in vigore da domani, primo settembre. Per facilitare il la richiesta e la compilazione della documentazione, il Ministero ha messo a isposizione un software che è scaricabile dal sito del ministero stesso. Le domande di sanatoria possono essere inviate fino al 30 settembre. A procedura conclusa, dal sito del ministero degli interni sarà scaricabile una ricevuta di presentazione della domanda. A partire dal primo ottobre lo Sportello Unico per l’Immigrazione di competenza riceverà le domande e inizierà a esaminarle.
Acquisito il parere della questura, il datore di lavoro e il lavoratore straniero saranno convocati per la stipula del contratto di soggiorno.