Energie rinnovabili: ambizioso piano decennale del Brasile
Ambiziosi progetti brasiliani sulle fonti rinnovabili, che dovranno crescere in media del 13% l’anno nel decennio 2010-2019. È quanto prevede il nuovo piano nazionale di sviluppo energetico elaborato dal Ministero delle Miniere e dell’Energia, che segna una decisa svolta rispetto al piano precedente, considerato dagli osservatori eccessivamente favorevole alle fonti di energia fossili.
In assoluto quella idroelettrica è la principale fonte di energia elettrica del Paese: un dato che rispecchia la grande ricchezza di risorse idriche. Il settore passerà da 83.000 MW di potenza installata nel 2010 a 117.000 MW nel 2019. Il fatto che il governo punti molto in questa direzione è testimoniato dal progetto per la diga di Belo Monte, in Amazzonia, approvato nell’aprile 2010 ma tutt’ora soggetta a riflessioni sulla potenza da installare per ridurre gli impatti ambientali. In ogni caso sarà la terza diga più grande del mondo. Un forte impulso è anche previsto per la mini-idraulica, da cui si stima un apporto variabile tra 4.000 a 6.900 MW.
L’aumento più spettacolare in termini percentuali sarà però quello dell’energia eolica, che passerà dai 744 MW attuali (saranno 1.400 MW a fine del 2010) a 6.000 MW nel 2019. Per le biomasse è previsto un incremento di oltre il 50%, con potenza che è stimata passare dagli attuali 5.300 MW a circa 8.500 MW. La capacità elettrica complessivamente installata nel Paese (considerata tutte le fonti, anche nucleare e fossili) è prevista crescere nei prossimi 10 anni di circa 55.000 MW, dai 112.000 MW del 2009 a oltre 167.000 MW.