Sorpresa, l’America Latina si salva dal tracollo dei mercati

BUENOS AIRES – Un allarmismo contenuto, quasi una placida attesa, con l’aplomb degli analisti e il compassato attendismo degli operatori finanziari. L’America Latina ha vissuto così i giorni della crisi finanziaria più grave degli ultimi decenni. Tutti i Paesi che nelle precedenti turbolenze venivano trascinati per primi nel vortice dell’incertezza e in qualche caso nel baratro delle recessioni, questa volta hanno “tenuto”. Nessuno puo’ dire cosa accadra’ nelle prossime settimane ma finora Argentina, Brasile, Uruguay e Cile hanno mostrato un’insperata capacita’ di resistenza. Al di la’ di qualche ottovolante borsistico, nessun crack. Vediamo perche’ i danni, finora, sono stati contenuti.

Brasile. Il gigante latinoamericano ha subito un paio di tonfi del Bovespa, l’indece della Borsa di San Paolo. Poi venerdi ha recuperato buona parte di cio’ che aveva perso. E anche il real si e’ svalutato rispetto al dollaro, tuttavia il presidente Lula la Silva ha rilasciato dichiarazioni di questo tenore: “Il nostro modello economico e’ solido, abbiamo 207miliardi di dollari di riserve e la crisi ci potra’ solo sfiorare”. Il perche’ e’ semplice: mentre otto anni fa il sistema finanziario brasiliano venne contagiato immediatamente dal crack dei mercati asiatici e russi, ora siamo in una situazione meno esposta”. Il flusso commerciale si e`modificato: dieci anni fa gli Stati Uniti ricevevano il 27% dell’export brasiliano, ora solo il 15per cento.