Il Brasile è al primo posto nell’attrarre gli investimenti delle multinazionali

SAN PAOLO, 24 set (AWP/ats/ansa) Il primo obiettivo delle multinazionali è il consumatore brasiliano: secondo una ricerca della società di consulenza KMPG International, basata sulle opinioni di 137 manager di compagnie internazionali con oltre 500 milioni di dollari di fatturato annuo, il Brasile risulterebbe la prima meta per gli investimenti stranieri nel 2009. La preferenza continua anche nel medio periodo, in un orizzonte di 5 anni, e supera in entrambi i casi la preferenza per gli Stati Uniti, tradizionale polo di attrazione di investimenti nel continente americano.

“Il Brasile è in una posizione molto favorevole nella lotta per gli investimenti delle grandi compagnie” afferma Ericson Amaral, socio della KPMG in Brasile “l’espansione del mercato interno brasiliano, l’aumento di reddito, occupazione e credito al consumo stimolano gli investimenti nel paese”. Secondo la KMPG, l’attuale crisi finanziaria non diminuirà le intenzioni di investimento delle società multinazionali.

La ricerca non ha analizzato il volume di capitali che le aziende prospettano di impegnare, ma secondo le proiezioni del Banco Central di Brasilia, nel 2008 gli investimenti diretti stranieri arriveranno a circa 35 miliardi di dollari, con una tendenza ad aumentare nel 2009.

Secondo Amaral la stabilità economica e politica raggiunta negli ultimi anni ha favorito l’attuale trend di crescita economica che sta invogliando le compagnie straniere. I maggiori problemi però rimangono, come l’infrastruttura deficiente, le agenzie regolatrici che non funzionano, la complessità del sistema tributario e l’insicurezza giuridica.

Unica voce fuori dal coro, l’ex direttore per l’America latina della banca d’affari americana Morgan Stanley, Francisco Gros, che ha dichiarato oggi al quotidiano O Globo che “Il Brasile viaggia in prima classe…sul Titanic”. Secondo Gros, che durante la sua carriera è stato ex manager della compagnia statale brasiliana Petrobras e del Banco Nacional de Desenvolvimento Economico e Social (Bndes) “il Brasile non è un’isola di tranquillità. L’economia del paese verrà influenzata dalla crisi globale poiché ancora molto dipendente dalle esportazioni di materie prime e commodities, e ad oggi non é chiaro se la domanda attuale di questi prodotti continuerà. Pertanto il Brasile verrà colpito dalla crisi come tutti i paesi del mondo”.

Una recente intervista del presidente Luiz Iniacio Lula da Silva sembra rispondere a queste affermazioni. Per Lula “chi da molti consigli alla fine finisce per fare bancarotta”, riferendosi al recente crack delle maggiori istituzioni finanziarie americane, tra cui Morgan Stanley. “Per tutta la vita hanno dato voluto dare consigli sul Brasile, hanno sempre voluto dire quello che dovevamo o non dovevamo fare, hanno sempre voluto influenzare gli investitori internazionali dichiarando se il Brasile era sicuro o no, come se loro fossero super intelligenti e noi super disgraziati. Ora questi ‘consiglieri’ stanno fallendo e la nostra economia cresce” ha concluso il presidente operaio.

Warã – Associazione culturale italo-brasiliana – Torino, Italia