Il Brasile commosso saluta Oscar Niemeyer

Si è spento ieri all’età di 105 anni il celeberrimo architetto brasiliano

La vita è un soffio, amava ripetere e quel soffio lo ha portato fino alla soglia dei 105 anni. Il Brasile è in lutto per Oscar Niemeyer, uno dei padri dell’architettura moderna, salutato oggi con tutti gli onori di Stato. Deceduto ieri notte a causa di un’infezione respiratoria, il suo corpo è stato portato oggi a Brasilia, la città da lui costruita assieme all’urbanista Lucio Costa, dove è stata allestita la camera ardente. La presidente Dilma Roussef ha messo a disposizione il palazzo del Planalto, una delle perle create dal grande architetto, assieme al Parlamento, ai ministeri e agli altri edifici della capitale progettati assieme all’urbanista Lucio Costa e inaugurati nel 1960.

Domani, invece, sarà la volta di Rio de Janeiro, la sua città, che amava contemplare dallo studio affacciato sull’Avenida Atlantica, davanti al celebre mare di Copacabana. “L’architettura – sosteneva Niemeyer – non è importante, quello che conta è la vita, vivere con passione, inseguire i propri ideali, non tergiversare”. Ideali che non ha mai cambiato, come la fede per il comunismo, la stima per la Cuba di Fidel Castro, la necessità di pensare ad edifici che siano innanzitutto belli da vedere, per poter regalare a tutti quelli che vi ci passano davanti “il piacere dello stupore”. La stessa Dilma Roussef ha sintetizzato il sentimento dei suoi connazionali. “È il momento di piangere per la sua morte, ma anche di celebrare la sua vita”. Un omaggio a Niemeyer è previsto nel corso del vertice del Mercosud che si tiene proprio oggi a Brasilia. Numerose le testimonianze d’affetto di amici e colleghi del grande architetto, che lottava da più di un mese in un letto d’ospedale. Ogni giorno, ha spiegato ieri il primario della Clinica Samaritana di Rio, riceveva i suoi collaboratori per controllare bozze e studi dei progetti che stava coordinando. “Oscar non parlava mai del suo stato di salute, non voleva nemmeno vedere i suoi bollettini medici. È stato lucido fino alla fine”.

(fonte: La Stampa)